domenica 14 febbraio 2016

LA MANO-una macchina perfetta-



La gestualità delle dita e delle mani costituisce un vero linguaggio, in modo proverbiale nella lingua italiana.

Solo alcuni gesti sono universali: generalmente il significato di ogni movimento varia geograficamente. Le mani possono essere usate anche come simbolo religioso.

Secondo Darwin, la mano è l'organo che distingue l'uomo dagli altri primati, e l'uomo non avrebbe mai raggiunto il suo posto predominante nel mondo senza l'uso delle mani. A differenza degli altri primati infatti la mano dell'uomo ha acquistato la capacità di opporre il pollice all'indice ed alle altre dita; in tal modo il movimento delle dita è molto più preciso e consente all'uomo di usare utensili molto piccoli e sottili, tenendoli fra il pollice e l'indice (ad esempio aghi per cucire, penne per scrivere etc).

Il filosofo Engels ha dato a questo aspetto una connotazione politica, nel saggio intitolato Del ruolo della mano nella trasformazione dalla scimmia all'uomo: la mano diventa qui sinonimo di lavoro e di dignità. Nelle società post-industriali, il lavoro e la mano sono valorizzati e spesso sovrapposti: "fatto a mano", "cucito a mano" rappresentano attributi positivi, mentre "tenere le mani in tasca" o "stare con le mani in mano" indicano poca voglia di lavorare. Le mani denotano anche un'appartenenza ad una classe sociale: le mani curate delle professioni intellettuali contrapposte a quelle "callose" degli operai. "Sporcarsi le mani" è inoltre sinonimo di compromettersi.

La mano è un frequente strumento di misura. Può misurare una quantità (una "mano" di farina) o una distanza (il pollice). La mano serve inoltre a contare, ed il sistema decimale deriva probabilmente dal numero di dita delle due mani. Un'altra unità di misura definita dalla mano è il "miro" che è determinata dalla distanza tra la punta del pollice e dell'indice a mano aperta in massima estensione. Il "miro" era sovente utilizzato dai ragazzi nel dopo guerra nei giochi per strada.

Alcune scritture geroglifiche come quella egizia, maya o azteca utilizzano spesso la mano per simboleggiare l'azione. L'etimografia della lingua cinese, svolta soprattutto con lo studio dei caratteri su bronzo, mostra come la mano sia spesso parte di ideogrammi, ad esempio per le parole "finestra" o "pennello/pittura".

La mano invisibile del mercato è un concetto economico sviluppato dall'economista liberale inglese Adam Smith, secondo cui tutto si svolgerebbe come se una "mano invisibile" mettesse a posto le cose affinché la somma degli interessi particolari risulti in un interesse generale.

La mano di Fatima, dal nome della figlia preferita di Maometto, simboleggia nella tradizione dei paesi islamici il posto della donna ed è un talismano costruito per scacciare il male. Nell'islam tradizionalista, non ci devono essere contatti diretti tra le mani di un uomo e di una donna non sposati.

La mano occupa un posto importante anche nel Cristianesimo. Il nuovo Testamento descrive Gesù Cristo risuscitato che prova la sua identità ai suoi discepoli mostrando loro i segni della passione ("guardate le mie mani ed i miei piedi"). Nel rito cattolico l'imposizione delle mani si chiama epiclesi ed è sempre connessa all'invocazione dello Spirito Santo.

La parola greca per indicare la mano è cheìr e nella Bibbia assume diversi significati secondo il gesto a cui è collegata.

La mano di Dio indica la suprema maestà e la somma potenza. Ha creato cielo e terra e con entrambe le mani ne regge il corso. Quando invece si dice che Gesù e i discepoli sono stati dati nelle mani degli uomini significa che sono caduti in loro potere e arbitrio. Ma Gesù stende la sua mano anche per guarire, mentre il lavarsi le mani significa sia adempiere alle prescrizioni della purificazione, oltre che il voler manifestare l'innocenza e la coscienza pura.

La mano destra invece indica soprattutto l'influsso e la forza di una persona, mentre il sedere alla destra  vuol dire partecipare alla stessa potenza e dignità. L'angelo presso la tomba del Salvatore siede alla destra e così gli eletti nel giudizio finale. Gesù siede alla destra di Dio non nel senso di esercizio mondano del potere, ma di esercizio sovrano di colui che ha sacrificato la sua vita e per questo è stato posto al di sopra di tutti gli angeli. Santo Stefano lo vede in piedi alla destra di Dio, ad indicare la sua funzione di testimone a discarico davanti a Dio. Il testimone sta in piedi mentre il giudice rimane seduto.

L’imposizione delle mani infine ci riconduce al mondo greco ellenistico: Zeus, Asclepio e altre divinità o uomini saggi taumaturgi operavano guarigioni mediante l'imposizione delle mani. Nel Vecchio Testamento questo gesto fatto sulla vittima sacrificale era una trasmissione reale dei peccati sul capro espiatorio.

Ma il significato che conosciamo meglio, è quello della benedizione, la trasmissione della dignità e della sapienza. Nel caso di Gesù l'imposizione delle mani simboleggia la grazia della partecipazione al regno di Dio concessa ai piccoli, a coloro che hanno un atteggiamento filiale di fronte a Dio.

Anche l’ordinazione, cioè il conferimento di un ufficio da parte di persone qualificate, avviene tramite l'imposizione delle mani.

Nella chiromanzia, il chiromante studia le linee della mano e sostiene di dedurne il futuro del soggetto. In questa disciplina la mano è considerata composta di linee e monti. La chiromanzia è una disciplina molto antica, cui si sono interessati Aristotele, Ippocrate e Giulio Cesare, nonostante non poggi su alcun fondamento scientifico.



La mano rappresenta la porzione più distale dell'arto superiore. In essa si distinguono il polso, che media la continuità della mano con l'avambraccio, il metacarpo, che ne costituisce la porzione più ampia, e le dita, la cui flessione e opposizione sul metacarpo conferisce alla mano l'abilità prensile, tipica delle scimmie e degli ominidi. La mano dell'uomo comprende cinque dita, comunemente dette:
1.pollice, dal latino pollex-pollicis.
2.indice, il dito utilizzato durante azioni in cui si indica un oggetto, una persona o una direzione.
3.medio, il dito centrale, posto nel mezzo delle altre dita.
4.anulare, il dito sul quale si porta la fede nuziale.
5.mignolo, il dito più piccolo detto in latino digitus minimus.
In ambito scientifico e più prettamente anatomico si preferisce invece numerare le dita, assegnandole così un nome legato alla loro posizione. Si ha così che, in senso latero-mediale, il pollice è considerato primo dito, l'indice secondo dito, il medio terzo dito, l'anulare quarto dito ed il mignolo quinto dito.
La mano, completamente estesa, è detta aperta. La mano aperta permette di distinguere, nella posizione ortostatica, una superficie anteriore detta palmo o palma o superficie palmare della mano ed una superficie posteriore detta dorso della mano. Il palmo della mano si caratterizza per la presenza sul metacarpo di tre linee profonde, incise sulla pelle e presenti dalla nascita, che seguono i margini di due rilievi muscolari detti eminenza tenar, posto alla base del pollice, ed eminenza ipotenar, posto alla base del mignolo. Il dorso della mano invece si caratterizza per la presenza dei rilievi longitudinali, più o meno visibili, dei tendini del muscolo estensore comune delle dita. In particolare, nella porzione laterale del dorso della mano, i muscoli estensori propri del pollice delimitano una fossetta, particolarmente visibile a pollice abdotto ed esteso, che costituisce la tabacchiera anatomica o fossetta radiale.
Il pugno denota invece la mano chiusa, con tutte le dita flesse ed il pollice addotto. In questa posizione non è visibile il palmo della mano mentre sul dorso si rendono evidenti i quattro rilievi delle nocche della mano, corrispondenti ai rilievi delle teste delle ossa metacarpali nascosti dalle basi delle corrispondenti prime falangi nella mano aperta.
La mano dell'uomo contiene almeno 27 ossa:
Il carpo, che compone il polso, comporta 8 ossa disposte in due file, una prossimale ed una distale. La fila prossimale comprende: scafoide, semilunare, piramidale e pisiforme. La fila distale comprende invece: trapezio, trapezoide, capitato e uncinato. Il carpo entra in articolazione diretta con l'epifisi distale del radio, osso dell'avambraccio col quale instaura l'articolazione radio-carpale. L'ulna, atro osso dell'avambraccio, non si articola in modo diretto col carpo ma ne è separato mediante un disco articolare detto legamento triangolare dell'articolazione radio-ulnare distale;
il metacarpo comprende 5 ossa lunghe, cave, ricche di midollo osseo. Si articolano prossimalmente con il carpo e distalmente con le falangi.
le falangi, che compongono le dita e comportano 14 ossa. In particolare, ciascun dito risulta formato da tre falangi, distinte in falange prossimale o prima falange, che si articola col corrispondente osso metacarpale, falange media o seconda falange, che si articola con la precedente e falange distale o terza falange o falange ungueale, che porta l'unghia. Fa eccezione il pollice, nel quale sono presenti due sole falangi distinte in una falange prossimale o prima falange del pollice e falange distale o seconda falange o falange ungueale del pollice.
Si possono aggiungere a queste altre quattro ossa sesamoidi presenti nei tendini del muscolo flessore breve del pollice, del muscolo flessore proprio dell'indice e del muscolo flessore proprio del mignolo.

I complessi movimenti permessi alla mano sono il risultato del succedersi ravvicinato di più articolazioni che si instaurano tra le ossa che la compongono. Si contano nella mano 27 ossa in tutto, divise tra ossa del carpo , del metacarpo e le falangi delle dita . In base al segmento della mano considerato si distinguono:
Articolazioni del polso
Articolazioni del carpo
Articolazioni del metacarpo
Articolazioni delle dita

Le articolazioni del polso e del carpo sono sei distinte cavità articolari che, dal polso al metacarpo, si succedono a breve distanza l'una dall'altra.

L'articolazione radio-ulnare distale è un ginglimo laterale che si instaura tra l'incisura ulnatere del radio ed il capitello dell' ulna e permette i movimenti di pronazione e supinazione sia della mano che dell'avambraccio. La porzione distale della cavità articolare dell'articolazione radio-ulnare distale si dispone parallelamente all'articolazione radio-carpale ed è separata da questa dal solo legamento triangolare.
L'articolazione radio-carpale è una articolazione condiloidea che si stabilisce tra le ossa della fila prossimale del carpo, che riunite assieme ne formano il condilo, e la cavità glenoide costituita dalla superficie articolare carpale del radio ed il legamento triangolare. Anteriormente e posteriormante la capsula articolare origina dal contorno della faccia articolare carpale del radio e dal margine anteriore e posteriore del legamento triangolare per inserirsi al margine anteriore e posteriore delle faccette articolari radiali del navicolare, del semilunare e del piramidale. Lateralmente origina dal processo stiloide del radio e si inserisce al margine laterale della faccetta articolare radiale del navicolare. Medialmente origina dal processo stiloide dell'ulna e si inserisce al margine mediale della faccetta articolare radiale del piramidale. Distalmente la cavità articolare si chiude tramite i legamenti interossei che, tendendosi tra i margini delle faccette articolari radiali delle ossa della fila prossimale del carpo, ne fanno un sol corpo e contribuiscono a separare l'articolazione radio-carpale dall'articolazione mediocarpale.
L'articolazione piso-piramidale è un'articolazione artrodia che si stabilisce tra la faccia articolare piso-piramidale del pisiforme e la faccetta articolare piso-piramidale del piramidale. La capsula articolare si tende, dorsalmente al pisiforme, lungo i margini delle due faccette articolari, entrambe di forma circolare.
L'articolazione mediocarpale sebbene venga definita un'unica articolazione, essa comprende più articolazioni accomunate da un'unica cavità articolare. In particolare distinguiamo:
una articolazione mediocarpale propria, che si stabilisce tra la fila prossimale e quella distale delle ossa carpali, trovandosi quindi nel mezzo del carpo. In questa articolazione possiamo individuare una porzione laterale ed una mediale. La prima forma un'articolazione artrodia, costituita dall'articolazione del navicolare con il trapezio e il trapezoide. La seconda forma un'articolazione condiloidea, dove il condilo è formato dell'articolazione del capitato e dell'uncinato mentre la cavità glenoide è costituita dall'articolazione di navicolare, semilunare e piramidale.
Le articolazioni intercarpali, delle articolazioni artrodie che si stabiliscono tra le ossa adiacenti di ciascuna delle due file del carpo. Se ne contano cinque, delle quali due nella fila prossimale e tre nella fila distale del carpo, che sono: articolazione scafo-semilunare, articolazione lunato-piramidale, articolazione trapezio-trapezoide, articolazione capitato-trapezoide e articolazone capitato-uncinata.
Allo stesso modo, nell'articolazione mediocarpale, possiamo individuare più porzioni della capsula articolare:
una porzione intercarpale prossimale, che si tende tra i margini delle faccette articolari intercarpali di navicolare, semilunare e piramidale.
una porzione mediocarpale, che origina dei margini delle faccette articolari mediocarpali di navicolare, semilunare e piramidale e si inserisce ai margini delle faccette articolari mediocarpali di trapezio, trapezoide, capitato e uncinato.
una porzione intercarpale distale, che si tende tra i margini delle faccette articolari intercarpali di trapezio, trapezoide, capitato e uncinato.
L'articolazione carpo-metacarpale mediale è formata da più articolazioni, tutte artrodie, accomunate da un'unica capsula articolare. In particolare distinguiamo:
le articolazioni carpo-metacarpali proprie, che si stabiliscono tra ciascuna delle ossa metacarpali e le ossa del carpo che con essa si articolano.
Le articolazioni intermetacarpali, che si stabiliscono tra le faccette articolari intermetacarpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.
Allo stesso modo possiamo individuare più porzioni della capsula articolare:
una porzione carpo-metacarpale, che origina dai margini delle faccette articolari matacarpali di trapezio, trapezoide, capitato e uncinato e si inserisce ai margini delle faccette articolari carpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.
Una porzione intermetacarpale, che si tende tra i margini delle faccette articolari intermetacarpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.
L'articolazione carpo-metacarpale laterale è un'articolazione a sella e pertanto possiede una maggiore mobilità. Si instaura tra la faccetta articolare metacarpale laterale del trapezio e la superficie articolare carpale della base del primo osso metacarpale. La capsula si tende tra il margine palmare, dorsale, mediale e laterale delle faccette articolari del trapezio e della base del primo osso metacarpale. Talvolta l'articolazione può essere completata anteriormente dalle due ossa sesamoidee comprese nei tendini del muscolo flessore breve del pollice e del muscolo adduttore del pollice.
I legamenti dell'articolazione del polso e del carpo sono tutta una serie di legamenti intinseci che contribuiscono a rinforzare ciascuna delle capsule articolari che si succedono lungo il polso ed il carpo. Fa eccezione la sola articolazione piso-piramidale che non ne possiede.
I legamenti radio-ulnari sono compresi nell'articolazione radio-ulnare distale. Di rilevanza per l'articolazione del polso è il legamento triangolare, che separa l'ulna dalle ossa del carpo e contribuisce a formare nella porzione mediale la cavità articolare radio-carpale.
Il legamento radio-carpale palmare origina dal processo stiloide del radio e dal margine anteriore della cavità articolare carpale del radio si inserirsce sulla superficie anteriore del semilunare e della testa del capitato.
Il legamento radio-carpale dorsale origina dal processo stiloide del radio e dal margine posteriore della cavità articolare carpale del radio e si inserirsce sulla superficie dorsale del navicolare, del semilunare e della testa del capitato.
Il legamento collaterale radio-carpale origina dall'apice del processo stiloide del radio si inserisce alla superficie laterale del navicolare sul tubercolo del navicolare. Il legamento contribuisce a chiudere lateralmente la cavità articolare radio-carpale.
Il legamento ulno-carpale origina dal margine anteriore della faccetta articolare della testa dell'ulna, si inserisce prima al margine anteriore del legamento triangolare e da qui si porta alla superficie anteriore del semilunare e della testa del capitato.
Il legamento collaterale ulno-carpale origina dall'apice del processo stiloide dell'ulna e si inserisce con due distinti fasci alla superficie mediale del pisiforme e del piramidale. Il legamento contribuisce a chiudere medialmente la cavità articolare radio-carpale.

I legamenti intercarpali prossimali si stabiliscono tra le ossa della fila prossimale del carpo e contribuiscono a rafforzare la porzione prossimle della capsula articolare dell'articolazione mediocarpale. Distinguiamo tre tipi di legamenti intercarpali:

legamenti intercarpali interossei, che si tendono tra il margine prossimale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a separare la cavità articolare radio-carpale dalla cavità articolare mediocarpale. Se ne contano due: il legamento intercarpale interosseo scafo-semilunare ed il legamento intercarpale interosseo lunato-piramidale.
legamenti intercarpali palmari, che si tendono tra il margine palmare delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano due: il legamento intercarpale palmare scafo-semilunare ed il legamento intercarpale palmare lunato-piramidale.
legamenti intercarpali dorsali, che si tendono tra il margine dorsale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere posteriormante la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano due: il legamento intercarpale dorsale scafo-semilunare ed il legamento intercarpale dorsale lunato-piramidale.



I legamenti intercarpali mediocarpali si stabiliscono tra le ossa della fila prossimale e quelle della fila distale del carpo. Questi legamenti contribuiscono a rafforzare la porzione mediocarpale della capsula articolare dell'articolazione mediocarpale. Distinguiamo due tipi di legamenti mediocarpali:
legamenti mediocarpali palmari, che si tendono tra il margine palmare delle faccette articolari mediocarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano cinque: il legamento mediocarpale palmare trapezio-navicolare, il legamento mediocarpale palmare trapezoido-navicolare, il legamento mediocarpale palmare capitato-navicolare, il legamento mediocarpale palmare capitato-semilunare e il legamento mediocarpale palmare uncinato-piramidale. Questi ultimi tre, il legamento mediocarpale palmare capitato-navicolare, il legamento mediocarpale palmare capitato-semilunare e il legamento mediocarpale palmare uncinato-piramidale si fondono coi fasci più profondi del legamento radio-carpale palmare e del legamento ulno-carpale che li ricoprono.
legamenti mediocarpali dorsali, che si tendono tra il margine dorsale delle faccette articolari mediocarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere dorsalmente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano cinque: il legamento mediocarpale dorsale trapezio-navicolare, il legamento mediocarpale dorsale trapezoido-navicolare, il legamento mediocarpale dorsale capitato-navicolare, il legamento mediocarpale dorsale capitato-semilunare e il legamento mediocarpale dorsale uncinato-piramidale.
legamento mediocarpale collaterale mediale, che origina dalla superficie mediale dell'osso piramidale e si inserisce alla superficie mediale dell'osso uncinato. Il legamento contribuisce a chiudere medialmente la cavità articolare mediocarpale.
legamento mediocarpale collaterale laterale, che dal tubercolo del navicolare si porta alla superficie laterale dell'osso trapezio. Il legamento contribuisce a chiudere lateralmente la cavità articolare mediocarpale.

I legamenti intercarpali distali si stabiliscono tra le ossa della fila distale del carpo e contribuiscono a rafforzare la porzione distale della capsula articolare dell'articolazione mediocarpale. Distinguiamo tre tipi di legamenti intercarpali:

legamenti intercarpali interossei, che si tendono tra il margine distale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a separare la cavità articolare carpo-metacarpale dalla cavità articolare mediocarpale. Se ne contano tre: il legamento intercarpale interosseo trapezio-trapezoideo, il legamento intercarpale interosseo capitato-trapezoideo ed il legamento intercarpale interosseo capitato-uncinato.
legamenti intercarpali palmari, che si tendono tra il margine palmare delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano tre: il legamento intercarpale palmare trapezio-trapezoideo, il legamento intercarpale palmare capitato-trapezoideo ed il legamento intercarpale palmare capitato-uncinato.
legamenti intercarpali dorsali, che si tendono tra il margine dorsale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere posteriormante la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano tre: il legamento intercarpale dorsale trapezio-trapezoideo, il legamento intercarpale dorsale capitato-trapezoideo ed il legamento intercarpale dorsale capitato-uncinato.

I legamenti carpo-metacarpali si stabiliscono tra ciascuna delle ossa metacarpali e le ossa del carpo che con essa si articolano. Questi legamenti contribuiscono a rafforzare anteriormente la capsula articolare dell'articolazione carpo-metacarpale. Distinguiamo due tipi di legamenti carpo-metacarpali:

legamenti carpo-metacarpali palmari, che dal margine palmare della faccetta articolare carpale dell'osso metacarpalle si portano alla superficie palmare delle ossa carpali con cui si articola e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare carpo-metacarpale. Se ne contano cinque, uno per ciascun osso metacarpale. Il legamento carpo-metacarpale palmare del primo osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del primo osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell'osso trapezio. Il legamento carpo-metacarpale palmare del secondo osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del secondo osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell'osso trapezio, del trapezoide e del capitato. Il legamento carpo-metacarpale palmare del terzo osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del terzo osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell'osso capitato. Il legamento carpo-metacarpale palmare del quarto osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del quarto osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell'osso capitato e dell'osso uncinato. Il legamento carpo-metacarpale palmare del quinto osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del quinto osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell'osso uncinato.
legamenti carpo-metacarpali dorsali, che dal margine dorsale della faccetta articolare carpale dell'osso metacarpale si portano alla superficie dorsale delle ossa carpali con cui si articola e contribuiscono a chiudere dorsalmente la cavità articolare carpo-metacarpale. Se ne contano cinque, uno per ciascun osso metacarpale. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del primo osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del primo osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell'osso trapezio. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del secondo osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del secondo osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell'osso trapezio, del trapezoide e del capitato. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del terzo osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del terzo osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell'osso capitato. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del quarto osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del quarto osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell'osso capitato e dell'osso uncinato. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del quinto osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del quinto osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell'osso uncinato.
legamento carpo-metacarpale collaterale mediale, che originando dalla superficie mediale dell'osso uncinato si inserisce alla superficie mediale della base del quinto osso metacarpale. Il legamento contribuisce a chiudere medialmente l'articolazione carpo-metacarpale.
legamento carpo-metacarpale collaterale laterale, che originando dalla superficie laterale della base del secondo osso metacarpale si inserisce sulla superficie distale dell'osso trapezio. I suoi fasci più prossimali talvolta si fondono con la capsula articolare dell'articolazione carpo-metacarpale laterale. Il legamento contribuisce a chiudere lateralmente l'articolazione carpo-metacarpale.

I legamenti intermetacarpali si stabiliscono tra le basi delle ultime quattro ossa metacarpali e contribuiscono a rafforzare la porzione intermetacarpale della capsula articolare dell'articolazione carpo-metacarpale. Distinguiamo tre tipi di legamenti intermetacarpali:

legamenti intermetacarpali interossei, che si tendono tra il margine distale delle faccette articolari intermetacarpali della base di due ossa metacarpali adiacenti e contribuiscono a chiudere distalmente la cavità articolare carpo-metacarpale.
legamenti intermetacarpali palmari, che si tendono tra il margine palmare delle faccette articolari intermetacarpali della base di due ossa metacarpali adiacenti e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare carpo-metacarpale.
legamenti intermetacarpali dorsali, che si tendono tra il margine dorsale delle faccette articolari intermetacarpali della base di due ossa metacarpali adiacenti e contribuiscono a chiudere posteriormante la cavità articolare carpo-metacarpale.

Dalla superficie distale dell'osso pisiforme originano due legamenti estrinseci:
legamento piso-uncinato, che dal pisiforme si porta all'uncino dell'osso uncinto.
legamento piso-metacarpale, che dal pisiforme si porta alla superficie anteriore della base del quinto osso metacarpale.
I due legamenti rappresentano una espansione distale del tendine del muscolo flessore ulnare del carpo, del quale il pisiforme rappresenta un osso sesamoide.

Le articolazioni del metacarpo sono le articolazioni che le ossa metacarpali stabiliscono prossimalmente tra loro e distalmente con le prime falangi.

Le articolazioni intermetacarpali sono presenti tra le ultime quattro ossa metacarpale e si instaurano tra le faccette articolari intermetacarpali della base di ossa metacarpali adiacenti e sono comprese nell'articolazione carpo-metacarpale.

L'articolazione metacarpo-falangee è un'articolazione condiloidea che si instaura tra il condilo della testa di ciascuna delle ossa metacarpali e la cavità glenoidea della relativa prima falange. La cavità glenoide è completata sul margine palmare da una fibtocartilagine articolare, detta fibrocartilagine glenoidea. La capsula articolare, originando dai margini della cartilagine articolare del condilo della testa dell'osso metacarpale, si inserisce lungo il margine della cartilagine articolare della cavità glenoidea della prima falange e della fibrocartilagine glenoidea.

I legamenti dell'articolazione del metacarpo connettono le ossa metacarpali tra loro e con le prime falangi.
Il legamento trasverso delle teste delle ossa metacarpali è un legamento estrinseco nastriforme che, originando dalla superficie palmare della testa del secondo osso metacarpale si porta medialmente inserendosi sulla superficie palmare delle teste delle ultime tre ossa metacarpali.

I legamenti metacarpo-falangei sono legamenti intrinseci che contribuiscono a rafforzare la capsula articolare dell'articolazione metacarpo-falangea delle ultime quattro ossa metacarpali. Per ognuna di esse distinguiamo tre tipi di legamenti metacarpo-falangei:

legamento metacarpo-falangeo palmare, che dalla superficie palmare della testa dell'osso metacarpale si inserisce alla superficie palmare della base della prima falange. Il legamento si presenta insolcato longitudinalmente dal solco tendineo prodotto dal tendine del muscolo flessore profondo delle dita.
legamento metacarpo-falangeo collaterale laterale, che dalla superficie laterale della testa dell'osso metacarpale si inserisce alla superficie laterale della base della prima falange.
legamento metacarpo-falangeo collaterale mediale, che dalla superficie mediale della testa dell'osso metacarpale si inserisce alla superficie mediale della base della prima falange.

I legamenti metacarpo-falangei del primo dito sono i legamenti intrinseci che contribuiscono a rafforzare la capsula articolare della prima articolazione metacarpo-falangea. Essi sono simili a quelli delle articolazioni metacarpo-falangei delle ultime quattro dita, distinguendosi però per la presenza nella prima articolazione metacarpo falangea di due ossa sesamoidi, dette osso sesamoide mediale o osso sesamoide ulnare ed osso sesamoide laterale o osso sesamoide radiale. Distinguiamo quattro legamenti metacarpo-falangei nel primo dito:

legamento metacarpo-falangeo palmare, che dalla superficie palmare della testa del primo osso metacarpale si inserisce alla superficie palmare della base della prima falange del pollice.
legamento metacarpo-falangeo collaterale laterale, che dalla superficie laterale della testa dell'osso metacarpale si inserisce prima sull'osso sesamoide laterale e poi sulla superficie laterale della base della prima falange.
legamento metacarpo-falangeo collaterale mediale, che dalla superficie mediale della testa dell'osso metacarpale si inserisce prima sull'osso sesamoide mediale e poi sulla superficie mediale della base della prima falange.
legamento intersesamoideo, che dalla superficie palmare dell'osso sesamoide mediale si inserisce alla superficie palmare dell'osso sesamoide laterale.

Le articolazioni delle dita connettono tra loro le falangi delle dita e sono per questo dette interfalangee.
Una articolazione interfalangea è un ginglimo angolare che connette due falangi e si instaura tra la troclea della testa delle falange più prossimale e la cavità glenoidea della base della falange più distale tra le due. La cavità glenoidea della base della falange più distale è completata sul margine palmare da una fibrocartilagine articolare, detta fibrocartilagine glenoidea. La capsula articolare, originando dai margini della troclea della testa della falange più prossimale, si inserisce al margine della cartilagine articolare della cavità glenoide e della fibrocartilagine glenoidea della base della falange più distale. In ciascun dito si individuano due articolazioni interfalangee:

Un'articolazione interfalangea prossiamale o prima articolazione interfalangea, che si instaura tra prima e seconda falange di un dito.
Un'articolazione interfalangea distale o seconda articolazione interfalangea, che si instaura tra seconda e terza falange di un dito.
Fa eccezione il pollice, nel quale l'unica articolazione interfalangea presente si instaura tra la falange prossimale e la falange distale del pollice.
I legamenti delle articolazioni delle dita connettono tra loro le falangi delle dita e sono per questo dette interfalangei.
I legamenti interfalangei sono legamenti intrinseci che contribuiscono a rafforzare le capsule articolari delle articolazioni interfalangee. Per ognuna delle articolazioni interfalangee, distinguiamo tre tipi di legamenti interfalangee:
legamento interfalangeo palmare, che dalla superficie palmare della testa della falange prossimale si inserisce alla superficie palmare della base della falange distale. Il legamento si presenta insolcato longitudinalmente dal solco del tendine del muscolo flessore profondo delle dita.
legamento interfalangeo collaterale laterale, che dalla superficie laterale della testa della falange prossimale si inserisce alla superficie laterale della base della falange distale.
legamento interfalangeo collaterale mediale, che dalla superficie mediale della testa della falange prossimale si inserisce alla superficie mediale della base della falange distale.
Durante la prima infanzia avviene un processo di specializzazione degli emisferi cerebrali, detto di lateralizzazione, che porta al prevalere di un emisferio sull'altro. Ne consegue che la maggior parte degli esseri umani usa prevalentemente e con maggiore abilità una mano rispetto all'altra, quella controllata dall'emisferio prevalente. Chi usa prevalentemente la mano destra è detto destro o destrorso, mentre chi usa la sinistra è detto mancino o sinistrorso. Secondo uno studio condotto nel 1998, il 7-10% della popolazione adulta mondiale è mancina.

In alcuni casi tuttavia la laterizzazione può non verificarsi, cosicché nessun emisfero prevalga sull'altro. In questi casi non si osserva la prevalenza di una mano sull'altra, e si parla quindi di ambidestri. In Italia gli ambidestri rappresentano circa il 4% della popolazione.




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